TERAMO – Corre su una lama di rasoio il futuro della Teramo Ambiente, perchè al contrario di quanto si potesse sperare con l’aggiudicazione definitiva alla Comir Srl del Gruppo Gavioli della quota privata delle azioni della partecipata, il traguardo è ancora lontano. Quando infatti ci si aspettava che il sindaco Gianguido D’Alberto operasse quella scelta che il curatore fallimentare chiedeva entro 10 giorni (silenzio assenso all’ingresso della Comir o indicazione di un altro acquirente), il primo cittadino ha replicato con una mossa a sorpresa: si faccia una valutazione economica del solo 49% della TeAm, pulito dal resto delle proprietà Enertech messe all’asta. Tutto questo mentre l’aria nel Consiglio di amministrazione è tornata tesa, molto tesa: alcune decisioni imposte dal nuovo presidente Luca Ranalli non sono andate giù alla curatela ed è probabile che quanto deliberato nella riunione di martedì possa venire impugnato.
LA MOSSA DEL SINDACO. D’Alberto, concordando con le valutazioni dell’ufficio legale del Comune, fa una considerazione: cosa farsene del resto dei beni, mobili e immobili, compresi nel lotto oggetto della procedura competitiva indetta dal curatore veneziano del fallimento Enertech? Oltre alle 12.250 azioni della Teramo Ambiente, infatti, all’asta sono andati anche 882 azioni (anche in questo caso il 49%) dell’Alto Sangro Ambiente, un terreno agricolo nel comune crotonese di Roccabernarda e il polo tecnologico di Alli, a Catanzaro, dove sono in custodia giudiziale benne, escavatori, sollevatori, due autovetture, furgoncini, camion a rimorchio, autocarri, motrici tir con semirimorchi, trituratori rifiuti con nastro trasportatore, impianto di depurazione e trattamento percolato del valore di quasi un milione di euro, tutto materiale ancora da verificare. La Comir se l’è aggiudicato alla cifra di un milione e 755mila euro. Quanto, di questa somma, vale il pacchetto azionario della TeAm?
IL COMUNE ESCLUSO. E’ probabile che il sindaco voglia indicare un’alternativa a Gavioli, proponendo però al privato che vorrà eventualmente coinvolgere un prezzo più basso. Ricordiamo infatti che si tratta di azioni di tipo B, ovvero riservate soltanto al privato.
LA GARA PER IL SERVIZIO. E’ anche ipotizzabile che il Comune voglia prendere tempo su questo fronte veneziano e accelerare invece su quello dell’affidamento del servizio, ponendo fine alla ‘deregulation’ che caratterizza da due decenni l’affidamento del solo servizio di igiene urbana. Una gara, dunque, ma aperta a tutti, TeAm compresa.
GUERRA NEL CDA. Intanto quello che si temeva, è diventato già realtà. Il conflitto di poteri tra il presidente Luca Ranalli e l’amministrazione delegato Pietro Pelagatti in rappresentanza della curatela (ma al quale lo statuto riserva la gestione esclusiva dell’azienda), ha già mostrato segnali concreti. L’ultimo Cda che si è tenuto martedì, infatti, è stato caratterizzato dalle scintille tra Ranalli e Pelagatti.
INDENNITA’ RANALLI. Il nuovo presidente nominato dal sindaco D’Alberto ha infatti voluto inserire all’ordine del giorno la quantificazione dell’emolumento che gli spetta al vertice della TeAm, nonostante lo statuto preveda che a stabilirlo sia l’assemblea dei soci. L’ultima riunione aveva rinviato a una successiva questo aspetto, ma il Cda con il voto di Ranalli (che non si è astenuto) e dell’altra componente di nomina pubblica, Elda Forcella, ha assegnato al nuovo presidente la somma di circa 45mila euro lordi all’anno, la stessa che percepiva Pietro Bozzelli.
RANALLI ANCHE IN ECOTEDI. Con la stessa procedura, e nonostante la TeAm abbia già un rappresentante, il Cda (sempre con il voto contrario di Pelagatti) ha dapprima revocato Mauro Castelli e poi nominato al suo posto lo stesso Ranalli nel Cda di EcoTeDi di Giulianova. Per Ranalli, che adesso riveste tre ruoli pubblici, da amministratore di Giulianova Patrimonio, TeAm ed EcoTeDi, si tratta di un ritorno nella società tra la partecipata teramana e la Diodoro Ecologia. In passato ne era stato anche presidente e amministratore delegato. Non è escluso che queste due deliberre vengano impugnate dalla curatela che punta ad ottenre la loro inefficacia.
BOZZELLI CHE FA? Intanto pende sempre la spada di Damocle della possibilità che il presidente uscente Pietro Bozzelli passi alle vie giudiziarie per aver riconosciuto il danno subito dall’estromissione al vertice della TeAm. Si tratterebbe di una tegola non di poco conto per il Comune, qualora ciò avvenisse.